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Una simbiosi non proprio così innocente tra le bufaghe e gli erbivori

I rapporti simbiotici in natura sono qualcosa di veramente affascinante. La simbiosi , o mutualismo, è una relazione tra due specie che traggono vantaggio reciproco.  Ci sono rapporti di mutualismo obbligati dove una delle due specie, o entrambe,  sono totalmente dipendenti l’una dall’altra per la propria sopravvivenza, come gli alberi di fico e una particolare specie di vespe. Oppure ci sono rapporti di simbiosi non obbligati dove le specie continuerebbero a sopravvivere senza l’altra.  Si tratta di una bella storia, ma più impariamo riguardo a questi rapporti e più ci rendiamo conto che, anche se le specie traggono un beneficio dalla relazione mutuale, non è qualcosa di così innocente come sembra.
SARA GASTALDI
Safari Guide & Designer

Bufaga becco rosso (Buphagus erythrorynchus) su zebra

Bufaga becco rosso (Buphagus erythrorynchus) su impala
“Alle bufaghe piace mangiare le zecche. Un adulto mangia circa 100 zecche al giorno..”
DR. COLIN BEALE, Ecologo
Bufaghe becco giallo (Buphagus africanus) su giraffa
PRENDIAMO LE BUFAGHE per esempio. Ci sono due specie di bufaghe, una con il becco rosso e una col becco giallo. Le bufaghe soddisfano quasi tutta la loro dieta mangiando i parassiti dei grandi mammiferi. Vivono talmente vicino a questi animali che il loro becco si è adattato per districarne il pelo come se fosse un pettine, e la struttura delle zampe è diversa da quella degli altri uccelli, permettendo loro di aggrapparsi al mantello degli animali in ogni posizione.

LE ZECCHE succhiano il sangue degli animali causando anemia e trasmettendo malattie, come la borreliosi, per cui la nostra romantica visione della relazione bufaghe-mammiferi è che gli uccelli aiutano i grandi ungulati nella rimozione di questi pericolosi ectoparassiti, ricevendo cibo in cambio. Diversi ricercatori hanno esaminato il contenuto dello stomaco delle bufaghe, stimando che una singola bufaga possa mangiare circa 100 zecche adulte al giorno (e circa 1000 zecche in stadio di ninfa).

“.. e le zecche sono davvero pericolose per i mammiferi, diffondendo malattie e rallentando la crescita dei cuccioli.. ”
DR. COLIN BEALE, Ecologo
“.. Le bufaghe si cibano anche direttamente del sangue dei loro ospiti, e mantengono le ferite aperte, addirittura allargandole per potersi rifornire regolarmente.. ”
DR. COLIN BEALE, Ecologo
UN RICERCATORE, sospettoso di questa relazione simbiotica, decise di fare un esperimento. Divise una mandria di mucche in due gruppi. In un gruppo mandarono via le bufaghe, mentre nell’altro lasciarono fare agli uccelli ciò che volevano. Poi contarono le zecche. Confrontarono anche le ferite aperte e la quantità di cerume nelle orecchie delle mucche. Ciò che scoprirono è che le bufaghe non influirono sul numero delle zecche, per cui le mucche in realtà non ne trassero alcun vantaggio. Piuttosto, i ricercatori scoprirono che questi uccelli allargavano le ferite che le zecche avevano causato di modo da arrivare direttametne al sangue. Un’altra scoperta è che le bufaghe ridussero la quantità di cerume, ma non sappiamo se questo sia un bene o un male.
DI FATTO, tutto questo non è semplice come vorremmo.  Altre ricerche hanno dimostrato che la dieta ematofoga delle bufaghe dipende dal numero di zecche disponibili. Quando esse sono in abbondanza, le bufaghe tendono a prediligerle nella dieta, ma quando il loro numero si riduce, iniziano ad alimentarsi direttamente sulle ferite. Ci sono anche evidenze che la relazione è più benefica per alcune specie di mammiferi rispetto ad altri.

Le bufaghe avvisano anche i loro ospiti del pericolo e dell’avvicinarsi di un predatore. Comunque, proprio come la storia tra gli uomini e gli uccelli indicatori (honeyguide), non è tutto così semplice.

Quando il vantaggio della rimozione delle zecche è misurato (gli impala con le bufaghe hanno pochissime zecche e perdono meno tempo nella propria toelettatura), l’impatto della riapertura delle ferite è difficile da quantificare. Se fosse tutto rose e fiori, ci aspetteremmo infatti che i mammiferi accogliessero le bufaghe con piacere, ma così non è.

Osservazioni sul campo riguardanti le interazioni tra bufaghe e alcuni ungulati nel Parco Nazionale di Nakuru hanno rivelato infatti che specifici ospiti cercano spesso di cacciarle via. Questo implica un repertorio di comportamenti noto come comportamento di resistenza, e spesso ne consegue un cambiamento di posizione sul corpo dell’ospite o l’allontanamento. Il bufalo cafro, l’ospite usato più di frequente, svolge una minima resistenza. Anche l’antilope d’acqua o waterbuck è un ospite popolare, ma esibisce una resistenza vigorosa. Anche l’impala, la terza specie ospite più diffusa, fa resistenza ma permette un numero più alto di bufaghe sul suo corpo.

 

ECCO, quando in safari vedrete questi graziosi uccelli sul corpo dei grandi mammiferi, saprete che non è tutto come sembra…..

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