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Perchè gli uccelli cantano al mattino…

Quando mi trovo in safari una delle cose più belle, secondo me,  è ascoltare gli uccellini che cinguettano all’alba, quando è ancora troppo buio per poterli distinguere o quando si è ancora distesi nel letto.

Il coro mattutino è un fenomeno globale e spesso ricevo domande a riguardo.

Per cui ho pensato che valesse la pena esplorare alcune delle teorie che stanno dietro ai canti degli uccelli e, in particolare, perché cantano prevalentemente al mattino.

E’ qualcosa che mi affascina da sempre.

Allora, ci sono in realtà due parti che compongono la questione:

Perché gli uccelli cantano?

E perché cantano di più al mattino?

07

NOVEMBRE 2020

Comportamento

Uccelli

Canto

Riguardo alla prima domanda, la risposta è per attrarre un partner e reclamare il proprio territorio e le due azioni non si escludono a vicenda : come uccello maschio puoi cantare sia per far intendere agli altri maschi che sei ancora padrone del tuo territorio, sia per comunicare alle femmine che sei ancora nei paraggi e stai cercando una compagna.

Riguardo ad alcune specie, si puo’ addirittura stabilire cosa l’uccello sta cercando di dire, solamente ascoltandone il canto.

Per esempio, gli usignoli sono famosi in Europa per i loro meravigliosi canti, ma non è inusuale sentirli cantare anche qui in Africa durante la stagione non riproduttiva.

La differenza è che qui non ho mai sentito il tipico fischio lungo che è così frequente durante la  stagione degli amori in Asia e Europa.

Puoi sentire il loro canto cliccando qui.

Tra l’altro gli usignoli cantano molto anche nel cuore della notte prima di trovare un compagno (ecco perchè in inglese vengono chiamati nightingale), e sembra proprio che queste note alte siano emesse particolarmente per attrarre le femmine, il che ovviamente è inutile nella stagione non riproduttiva.

Luscinia megarhynchos africana (usignolo comune o common nightingale)

Foto di Dikky Oesin

Per alcune specie il canto è importantissimo per attrarre le femmine, in particolare, suggerirei, per quelle che adottano la mimica.

Come il Robin Chat di Ruppell, molti uccelli sono provetti imitatori, e alcune osservazioni suggeriscono che più è vario il repertorio musicale più il maschio sarà attraente per la femmina.

L’esempio più eclatante di cui sono a conoscenza è quello del Marsh Warbler (la cannaiola verdognola), una specie che qui in Kenya vediamo solo di passaggio durante la sua migrazione verso il Sud Africa, e che è nativa dell’Eurasia.

In quello che è divenuto lo studio più classico riguardo la mimica canora, sono stati registrati e analizzati i canti di 30 maschi durante la stagione riproduttiva, scoprendo che le specie imitate in totale erano 212, di cui 113 africane!!

In media ogni maschio conosceva i canti di 76 specie differenti, la maggior parte africane, un impressionate varietà di canti e versi!

Ma perché lo fanno?

Cossypha semirufa (Ruppell Robin chat)

Foto di Pierre Chabot – Ringraziamenti www.oiseaux.net

Acrocephalus palustris

(Cannaiola verdognola o Marsh Warbler)

Be, sembrerebbe che le femmine preferiscano quei maschi dotati dei canti più vari e i maschi che sono in grado di imparare così tanti versi hanno sicuramente ottime abilità mentali, le quali, in via puramente teorica, potrebbero essere collegate alla loro abilità nel trovare cibo, evitare predatori e aiutare nella cura del nido.

Per cui non c’è solo la volontà di far sapere alle femmine che ci si trova nei paraggi, come fanno gli usignoli, ma c’è una reale competizione su chi è il cantante migliore (una sorta di San Remo aviario, ma senza raccomandazioni!).

Come detto prima, non è solo una questione di attrarre le femmine.

Infatti, anche dopo aver trovato un partner e durante la cova, molte specie continuano a cantare e questo comportamento è chiaramente legato alla difesa del territorio.

Questo metodo è veramente efficace e ce lo dimostra un esperimento in cui alcuni uccelli maschi sono stati rimossi dal loro territorio e il lasso di tempo in cui altri uccelli occuparono quel territorio fu decisamente breve.

Ma se si riproduce un nastro registrato con il canto del maschio residente, anche se costui è stato rimosso, il lasso di tempo diventa molto più lungo.

Chiaramente, gli uccelli che stanno cercando un territorio riconoscono il canto individuale e fintanto che il proprietario è ancora presente, o presunto tale,  non lo disturberanno cercando di prenderne il controllo.

Ecco, questa è la risposta al perché gli uccelli cantano. Ma qui in Africa c’è una complicazione in più che dobbiamo considerare: qui, anche molte femmine cantano!

Non è un fenomeno sconosciuto in Eurasia, ma comunque abbastanza inusuale.

E molte specie di uccelli africani partecipano a duetti complessi, dove sia il maschio che la femmina cantano.

Perché?

Non abbiamo ancora una risposta precisa, ma un paio di teorie interessanti sono state sviluppate e vale la pena menzionarle.

Prima di tutto dobbiamo dire che ai tropici gli uccelli tendono a vivere più a lungo. Fanno le cose più lentamente e fanno più fatica ad allevare i piccoli, rispetto alle regioni temperate.

Per cui rimangono con il partner più a lungo, spesso mantenendo il proprio territorio tutto l’anno: ragioni per cui anche le femmine possano essere coinvolte nella difesa del territorio.

L’altra teoria è che qui in Africa si fa più fatica anche a definire le stagioni (almeno nelle foreste), ed è possibile che l’accoppiamento avvenga per la maggior parte dell’anno… certamente i bulbul del mio giardino pensano che vada bene nidifcare tutto l’anno 😉

Ma gli uccelli non mantengono attivi i loro organi riproduttivi tutto l’anno: sarebbe uno spreco di energia portare in giro genitali pienamente sviluppati se non si usano, e anche il volo risulterebbe difficoltoso.

Per cui in un ambiente meno stagionale, come fanno i maschi e le femmine ad essere sicuri di trovarsi nelle condizioni ideali per l’accoppiamento nello stesso istante?

Be, forse, comunicando tra di loro cantando.

Ci sono alcune prove, tra l’altro, che il canto possa addirittura portare ad avere una condizione fisica ideale alla riproduzione in alcune specie.

Ma queste sono teorie, nulla è certo.

Pycnonotus tricolor (Dark-capped bulbul)

Acrocephalus arundinaceus (Great reed warbler)

Bene, avendo provato a rispondere alla domanda sul perché gli uccelli cantano, proviamo a pensare perché cantano di più al mattino.

Anche qui ci sono diverse teorie e nessuna in realtà esclude l’altra.

Tutte queste teorie iniziano con l’assunto che l’attività canora è qualcosa di necessario ed essenziale (per le ragioni elencate prima), ma è costoso in termini di tempo ed energia : un’altra ragione, tra l’altro, per cui le femmine dovrebbero preferire i maschi che cantano di più, essendo una dimostrazione di forza.

 

Ecco che gli uccelli devono decidere quando e quanto cantare.

Una delle spiegazioni più vecchie è che all’alba è ancora troppo buio per andare in giro a cercare cibo ed ecco che è il momento ideale per il canto.

Si tratta effettivamente di un’idea abbastanza solida, ma non spiega veramente perché cantano di più al mattino che alla sera, quando la luce si affievolisce. Senza parlare della notte.

Un’altra teoria dice che le condizioni ambientali al mattino presto (fresco e con meno umidità rispetto al resto del giorno) potrebbero essere particolarmente buone per far sì che il suono si propaghi più lontano. Ma anche qui c’è qualcosa da ridire: esperimenti recenti suggeriscono che in realtà si potrebbero avere le condizioni acustiche migliori anche a metà giornata.

La terza teoria, e a mio avviso la più interessante, è che cantino di più al mattino semplicemente perché è proprio quando hanno la riserva di energia più alta.

Questa teoria inizia con lo stesso medesimo assunto delle altre, ovvero il canto è essenziale, ma altre attività sono ugualmente importanti come il cibarsi, il dormire, ecc.

E il fatto più importante da considerare è che il mondo è variabile: le condizioni che trovi oggi, come la facilità o meno con cui reperisci il cibo, la temperatura, quanto tempo devi star fermo aspettando che finisca un temporale, cambiano di giorno in giorno. Quando andrai a dormire, non saprai quanto fredda sarà la notte, e quando ti sveglierai al mattino non saprai ancora quanto tempo passerà prima che riuscirai a fare il primo pasto.

Questa teoria, in pratica, sta dicendo che gli uccelli si trovano essenzialmente in un gioco per la sopravvivenza, come in effetti tutti gli animali.

Ogni singolo giorno hanno bisogno di trovare abbastanza cibo per sopravvivere alla notte successiva, visto che non possono mangiare quando è buio (sto parlando ovviamente dei passerini).

Ora, gli uccelli vivono molto vicino al bordo del precipizio per la maggior parte del tempo e ogni notte perdono una significativa quantità di peso solo per tenersi caldi: se non iniziano con abbastanza grasso in eccesso da bruciare potrebbero morire nella notte. 

Per cui, visto che non sanno esattamente quanto sarà fredda la prossima notte, l’unico modo per essere sicuri di sopravvivere è quello di avere abbastanza grasso da bruciare nella notte più fredda in assoluto.

 

La maggior parte delle volte, come si può immaginare, capita che la notte non sia così fredda e quando gli uccelli si svegliano al mattino si ritrovano con dell’energia di riserva, da utilizzare prima di riprendere l’alimentazione: il momento perfetto per cantare!

Anche durante il corso della giornata avranno gli stessi dubbi: non sapranno se troveranno cibo sufficiente entro sera,  per cui quando iniziano a mangiare sanno di doverlo fare voracemente, per un po’ di tempo, giusto nel caso in cui sia più arduo trovare il cibo di quello che pensavano.

Ma poi, se continuano a trovare cibo tutto il giorno , entro sera potrebbero aver assunto più grassi di quello che effettivamente avevano bisogno.

E’ un po’ quel che succede alla mia gatta domestica, anche se lei non è né un uccello nè canta… nè si preoccupa molto se ha assunto troppo grasso.

Non è però, in effetti, saggio avere troppo grasso in eccesso, perché ti impedisce nei movimenti e sei di conseguenza più vulnerabile ai predatori (questo nessuno l’ha detto alla mia gatta o, molto più probabile, lo ignora volutamente), quindi potresti aver voglia di cantare di nuovo un po’ anche la sera: ed è esattamente ciò che vediamo succedere.

 .. è un po’ come la corsetta a fine giornata, magari la domenica, per smaltire un lauto pasto..

Queste ipotesi sono state testate in una serie di esperimenti da Rob Thomas. In un esperimento ha dato da mangiare a dei robin la stessa quantità di cibo durante il giorno, in maniera costante.

Ad altri robin, invece, ha dato molto più cibo a un certo momento, e molto meno più tardi, in maniera variabile e poi ha ascoltato quanto duravano i canti la sera stessa e il mattino successivo: la variabilità dava canti più lunghi.

La conclusione generale è che questa teoria è robusta e comprovata.

 

E questo spiega anche perché il coro all’alba qui in Kenya, dove il clima è abbastanza prevedibile da un giorno all’altro, è più corto e meno imponente che, per esempio, nei boschi d’Inghilterra dove è possibile che un giorno faccia caldo e l’altro nevichi.

Anche se breve, il coro all’alba qui in molte parti del Kenya è comunque sempre meraviglioso e vale la pena ascoltarlo quando si è nel bush, magari insieme a noi, .. il modo migliore per cominciare la giornata, penso! E voi?

 

Sara G.

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