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Perché gli alberi in savana hanno la chioma piatta?

Il paesaggio della savana è facilmente riconoscibile proprio dalle acacie con la chioma piatta.

Chissà quante foto al tramonto avrai fatto o farai, durante un safari, con la silhouette di un albero proprio fatto così.

Ma perché? E’ giusto chiederselo, perché in natura nulla è casuale, ma frutto di milioni di anni di evoluzione e di adattamento all’ambiente.

Perché allora così tante acacie (Vachelliae altri alberi in savana hanno questa particolare struttura, tale da essere diventata iconica delle pianure africane?

 

 

Alcune risposte riguardo a questo argomento ci giungono da Sally Archibald e William Bold, i quali hanno studiato una specie chiamata Sweet Thorn (Vachellia karroo) la quale, come altre specie di Vachellia in Africa Orientale, mostra una gamma di forme differenti in base all’habitat in cui si trova.

25

SETTEMBRE 2020

Botanica

Savana

Alberi

Vachellia karroo – Sweet thorn

Nella foresta la Sweet thorn è un albero alto e sottile, mentre nella zona semi-desertica del Karroo (Sud Africa), essa cresce come un albero di grandezza media di forma arrotondata e spinosa.

In savana, ancora, ha il tipico aspetto dell’acacia di altezza media con la parte superiore piatta.

Sembra proprio che la pianta si chieda se debba crescere in altezza o in larghezza, in base all’ambiente in cui vive.

Possono essere differenze genetiche, ma allo stesso modo le differenze possono essere causate, in alcune specie, proprio da una risposta diversa all’ambiente.

Come sempre, quando ci domandiamo come le specie della savana si formano, dobbiamo prendere in considerazione i grandi quattro (big four) del bioma savana:

disponibilità d’acqua, nutrienti, incendi ed erbivori.

Balanites aegyptiaca – Masai Mara

I primi due processi hanno impatti in tutti i biomi, mentre gli ultimi due sono caratteristici del bioma savana.

Per cui, possiamo iniziare il nostro ragionamento proprio da qui.

Qualsiasi albero che voglia sopravvivere in un bioma dominato dal fuoco deve sviluppare adattamenti speciali.

Per esempio, una corteccia spessa è un utile adattamento molto evidente, che si è evoluto ripetute volte negli alberi della savana.

 

Un altro importante adattamento è la capacità di crescere rapidamente in altezza: gli alberi che raggiungono i 2-3 metri di altezza, in caso di incendio, non vedranno le loro chiome bruciate.

Se tu hai un accesso limitato alle risorse e vivi in un posto dove gli incendi sono comuni, allora la tua scelta sarà quella di concentrare quelle risorse in un singolo fusto (o pochi fusti) e crescere diritto, senza produrre rami laterali.

Una volta che sei cresciuto abbastanza in altezza da poter sopravvivere a un eventuale incendio, ecco che sei libero di produrre anche i rami laterali e catturare più luce.

Ecco che c’è un’ottima ragione per cui, in savana, si possano trovare tantissimi alberi alti con pochi rami bassi, ma tanti rami in cima.

Senegalia mellifera

Ora vorrei considerare l’altro processo: gli erbivori.

Crescere in altezza non è così facile se sei un albero giovane e se ci sono tanti erbivori in giro.

Potresti non raggiungere il tuo obiettivo prima di essere mangiato.

In questa situazione, potresti decidere di concentrare tutti i tuoi sforzi nel proteggere te stesso dall’attacco di questi animali, producendo le spine, e crescendo in una forma arrotondata.

Una volta cresciuto abbastanza in ampiezza, i rami interni saranno automaticamente protetti dagli erbivori. A quel punto quei rami sono liberi di crescere in altezza se l’ambiente lo richiede. Inoltre, in questo modo non sarà necessario consumare ulteriore energia per far crescere le spine anche nella parte interna dell’albero.

Per cui, in un habitat dominato dagli animali cosiddetti browser (gli erbivori che non mangiano erba, ma foglie, per riassumere velocemente), il produrre rami bassi potrebbe essere invece la strategia migliore.

Balanites aegyptiaca – Masai Mara

Foto by Sara Gastaldi

Nel bioma savana gli incendi sono trasportati dall’erba.

Per cui, in aree dove le precipitazioni sono minime e quindi l’erba cresce poco, troverai un sistema dominato dagli erbivori browser, piuttosto che dagli incendi.

E’ proprio in una zona così che William e Sally trovarono la Vachellia Karroo a forma di albero arrotondato, come la Senegalia mellifera (vedi foto sopra).

Al contrario, in aree interessate da forti precipitazioni l’erba e gli alberi crescono molto bene e troveremo sia la possibilità di incendi che la presenza di erbivori.

E questo è il peggio che possa capitare a un albero !

In queste circostanze gli studiosi pensano che siano molto più alte le probabilità che i piccoli alberelli vengano uccisi da un incendio, piuttosto che trovati e mangiati da un erbivoro, anche se questa possibilità non è per niente bassa.

Infatti gli alberi, in questo caso, scelgono spesso di sviluppare una risposta all’ambiente adattata al rischio d’incendio, più che al rischio di predazione da parte degli erbivori.

Questo è supportato dal fatto che un albero giovane si possa comunque difendere dagli erbivori, prima di raggiungere certe altezze, tramite spine e difese chimiche.

Per riassumere, abbiamo visto che in aree aride sarà più probabile trovare alberi con forma arrotondata e ampia, mentre in aree dove le precipitazioni sono abbondanti troveremo gli alberi con la cima piatta (come al Masai Mara e al Serengeti).

 

Ora, vorrei prendere in esame un altro tipo di ambiente: la foresta.

Questo ci servirà soprattutto per capire l’ultimo concetto.

In una foresta, gli alberi sono uno vicino all’altro e il loro sforzo principale è quello di ottenere luce a sufficienza per crescere.

Per cui, gli alberi in questo ambiente hanno sviluppato due strategie principali di sopravvivenza.

Possono tollerare poca luce e crescere molto, molto lentamente, ma allo stesso tempo vivere molto a lungo, fino a quando raggiungeranno la canopia, probabilmente ombreggiando e penalizzando altri alberi meno tolleranti.

Oppure, possono crescere rapidamente e morire giovani, riempiendo velocemente ogni spazio libero che si crea nella canopea. Lo svantaggio è che questi ultimi potrebbero essere penalizzati dagli alberi che crescono lentamente.

Inoltre, questi alberi devono sfruttare al massimo la luce che ottengono, non solo quella che passa attraverso le foglie più alte, ma anche quella che raggiunge le zone più basse, rendendo di fatto il fondo della foresta tetra e ombrosa.

Le conseguenze di questa competizione intensa per la luce sono:

  • alberi maturi che tendono a diventare molto alti, spesso sforzandosi di oltrepassare i loro vicini;
  • alberi con molte foglie ad ogni altezza del fusto, cercando di catturare ogni singolo raggio di sole

 

Vachellia tortilis (acacia a ombrello)

Tornando a parlare della tipica savana dominata dagli incendi, una volta che l’albero ha raggiunto un’altezza sicura è libero di allargarsi.

Ma è difficile e piuttosto raro che un alberello sfugga sia agli incendi che alla predazione da parte degli erbivori; ecco spiegato perché gli alberi maturi tendono a essere presenti in bassa densità in savana.

La loro densità si aggira appunto intorno al 20-30%.

Inoltre, in queste circostanze, non c’è una significante competizione per la luce, come invece avviene nelle foreste. Non c’è motivo, infatti, per gli alberi della savana di continuare a crescere in altezza, e la crescita orizzontale è sufficiente per guadagnare abbastanza luce.

Ancora, alberi moderatamente alti non sempre fuggono da animali come le giraffe, ma una forma orizzontale della chioma protegge i rami centrali.

Un chiaro esempio è la Vachellia tortillis (acacia a ombrello), la quale produce spine grandi solo sulle punte esterne dei rami, garantendo abbastanza difesa da proteggere i rami interni senza ulteriori costi per la produzione di spine.

Per concludere: in un ambiente dove troviamo sia gli incendi che gli erbivori ma un’illimitata fonte di luce, la struttura con la chioma piatta è esattamente ciò che ti aspetteresti di trovare, essendo la più adatta a questo tipo di ambiente. 

 

Tutto questo, secondo me, è semplicemente fantastico: tutto è interconnesso e animali, piante e ambiente si modellano reciprocamente.

Venite a scoprirlo dal vivo insieme a noi, scegliendo uno dei nostri safari! 😉

Alla prossima….

 

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